Come dimenticare i servizi andati in onda quest’estate che hanno documentato la rivolta dei cittadini in Spagna? Armati di pistole ad acqua, i locali si sono ribellati contro i turisti contestando i danni generati dal turismo di massa. Quello dell’overtourism non è in realtà un problema attuale: a partire dal 2010, sono state diverse le misure prese da parte di molti Paesi europei per cercare di destagionalizzare e decentrare l’offerta convergendo i visitatori verso destinazioni meno conosciute. Venezia ad esempio, al fine preservare le infrastrutture e i siti storici della città, ha introdotto l’imposta di soggiorno con decorrenza 24 agosto 2011 e inoltre, recentemente, ha sperimentato il ticket d’ingresso rivolto ai turisti giornalieri. Stiamo assistendo a un periodo molto florido per il turismo che sta recuperando e superando i valori pre-pandemia. Cogliere le sfide per trasformarle in opportunità: alcune realtà stanno sviluppando nuove politiche che incentivano i viaggiatori ad avere un approccio più sostenibile con un impatto positivo sulle comunità locali e sulla tutela del patrimonio. Ecco tre mete che premiano i ‘volonturisti’ che fanno scelte consapevoli.
Copenaghen
Etichettata come una delle destinazioni più sostenibili al mondo secondo il Global Sustainability Index, Copenaghen con il programma CopenPay ricompensa i turisti che utilizzano i trasporti pubblici o la bicicletta per spostarsi, mangiano in ristoranti eco-sostenibili e prendono parte a iniziative per restituire qualcosa alla città e all’ambiente. Come? Offrendo loro un pranzo, un tour in kayak o ancora visite gratuite al museo. “Dobbiamo trasformare il turismo da un peso ambientale a una forza per un cambiamento positivo e un passo importante in questa trasformazione è cambiare il modo in cui ci muoviamo nella destinazione, cosa consumiamo e come interagiamo con la gente del posto”, ha rivelato in una nota stampa Mikkel Aarø-Hansen, CEO di Wonderful Copenhagen. CopenPay al momento è attivo solo per un periodo di tempo limitato con la possibilità di essere però rilanciato ogni anno.
Isole Faroe
L’arcipelago danese, immerso nelle acque dell’Oceano Atlantico del Nord, nel 2019 ha lanciato l’iniziativa Closed for Maintenance. L’obiettivo? Chiudere per un fine settimana le porte ai turisti per accogliere i volontari, 100 in totale, chiamati in causa per contribuire a costruire e rinnovare i sentieri dislocati nelle aree più popolari che contraddistinguono questo paradiso naturalistico. Grazie al successo riscosso, l’iniziativa viene rinnovata ogni anno. Per iscriversi basta acquistare un biglietto aereo (sono previste tariffe scontate per chi viaggia con l’Atlantic Airways) e mettersi in viaggio per prendere parte al progetto assegnato, un’esperienza che consente di fare amicizia con i locali ma anche con gli altri volontari contribuendo alla crescita della destinazione in chiave sostenibile e responsabile. In cambio dell’aiuto, durante il periodo di attività godono di vitto e alloggio in forma gratuita.
Hawaii
Le Hawaii durante la pandemia da Covid-19 hanno avuto modo di sperimentare come fosse la vita sull’isola lontano dal turismo di massa. Il piano di sostenibilità 2050 include una serie di raccomandazioni necessarie per una ripresa economica resiliente per contrastare i cambiamenti climatici e favorire lo sviluppo sostenibile. L’ente del turismo a tale proposito ha lanciato l’iniziativa Mālama (“restituire”) che incoraggia i turisti a prendere parte a esperienze ecologiche, come la pulizia delle spiagge a Kaua’i o la salvaguardia delle foreste di Mauna Kea. Diverse organizzazioni offrono l’opportunità di fare volontariato e vivere le Hawaii a un livello molto più profondo e connesso. A fronte della propria disponibilità, i visitatori più sostenibili vengono ripagati con degli sconti sugli hotel o con delle gratuità.